Cero pasquale 2022
Il cero che accompagna le liturgie pasquali di quest’anno, magnificamente dipinto a mano da una nostra artista, è stato abbellito da una scena particolarmente suggestiva e attuale. Essa riprende la scena mosaicata da padre Marco Ivan Rupnik nel Santuario Giovanni Paolo II di Cracovia, ispirata a sua volta al vangelo della tempesta sedata.
L’attualità del vangelo è sorprendente: come gli apostoli allora anche oggi siamo impauriti a causa di una natura che, benché creata in nostro favore, è invece sconvolta e minaccia la nostra vita. Perciò i venti nel mosaico hanno un aspetto demoniaco: segno del male che non è in grado di creare – solo l’Amore crea – ma sì di sconvolgere il
creato. L’evento tragico della guerra a cui assistiamo, con le sue armi sempre più sofisticate, è l’esempio estremo di quanto la stessa capacità dell’uomo di dominare la natura – era il comando buono della Genesi – possa essere utilizzata non per la vita ma per la morte. E in tutto ciò sembra che Dio se ne disinteressi, che a Gesù che dorme a
poppa “non importa che siamo perduti”.
Gesù però si risveglia grazie alla preghiera degli apostoli e con grande autorità – il tutto ha l’aspetto di un vero esorcismo – comanda al vento di tacere e alle acque di calmarsi. Seguirà una grande bonaccia e la paura degli apostoli si tramuterà in stupore davanti a una manifestazione davvero divina: “chi è dunque costui, si chiedono, che anche il vento e il mare gli obbediscono?”
Anche oggi siamo chiamati a fare la stessa loro esperienza, a “passare all’altra riva” – ecco la pasqua – in mezzo alle tempeste e alle prove della vita. Lo faremo se rimarremo uniti nella stessa barca (ce lo ricordava Papa Francesco due anni fa pregando davanti alla piazza vuota di San Pietro) e se sapremo risvegliare il Signore perché sia ancora una volta Lui, il vincitore, il Risorto, a sconfiggere ogni nostro male, ogni nostra paura, ogni nostra morte.
© Articolo pubblicato su “La Goccia”.