2025
Cero Pasquale 2025. L’Agnello vincitore, Luce nel nostro cammino
In questo 2025, anno giubilare di perdono e di speranza, abbiamo scelto per il nostro cero pasquale l’immagine dell’Agnello: figura dalle profonde radici bibliche che, fin dai primordi del cristianesimo, è tra quelle prescelte per esprimere la vittoria sulla morte del Figlio di Dio che ha offerto la propria vita in sacrificio.
Presso il popolo di Israele un agnello veniva sacrificato in diverse circostanze: nel rituale quotidiano chiamato tamid, nelle offerte per il perdono dei peccati, negli olocausti di consacrazione. Con il sangue dell’agnello pasquale venivano cosparsi gli stipiti delle porte in segno di redenzione del popolo ed il pranzo pasquale simboleggiava l’uscita dalla schiavitù d’Egitto, con l’entrata nella terra promessa (cfr. Es 12,1-27).
Dunque l’agnello è dono di Dio, è comunione di vita con Dio, è appartenenza a un popolo, è liberazione. Ma è anche vittima: tra Dio e il popolo, il tramite è il suo sangue; tra gli Israeliti e l’angelo sterminatore, la difesa è il suo sangue.
In aramaico la stessa parola (talya) veniva usata per indicare il servo e l’agnello, ecco perché troviamo un significato più pregnante nei testi dei profeti: Geremia perseguitato si paragona ad un «agnello che viene condotto al macello» (11,19); in Isaia il Servo del Signore è come «agnello condotto al macello, come pecora muta di fronte ai suoi tosatori» (53,7).
Con il Nuovo Testamento Gesù diventa il compimento dell’antica figura del Servo sofferente, è lui il vero Agnello pasquale che muore per espiare i peccati del suo popolo e realizzare l’esodo autentico, cioè il ritorno dell’umanità all’Amore del Padre (cfr. 1Cor 5, 7).
Nel vangelo di Giovanni, Gesù viene indicato fin dall’inizio come l’agnello, colui che verserà il suo sangue in espiazione per tutti, proprio nel giorno della Parasceve e nell’ora in cui nel Tempio di Gerusalemme si immolavano gli agnelli per il sacrificio pasquale (cfr. Gv 19,31).
L’Agnello pasquale, centrale nelle visioni dell’Apocalisse, è assiso sul trono, vivo, forte e vincitore ma «come immolato» (5,6), risplende come lampada nel cuore della Gerusalemme celeste, le sue zampe sostengono il libro della vita e una bandiera con croce rossa in campo bianco, simbolo della croce della vita che si impone sulla morte. Il suo sangue, raccolto in un calice, diventa salvezza per tutti gli uomini. Vediamo che, pur essendo trafitto, non è sofferente e non giace dissanguato su un’ara, e nemmeno in un freddo sepolcro, anzi le piaghe della sua passione divengono i segni del suo trionfo glorioso, come le cicatrici di un vecchio soldato diventano i tratti distintivi delle sue vittorie.
L’agnello regna ed è vincitore perché si è sacrificato ed ha redento e salvato l’umanità perduta dando una svolta decisiva – anzi la svolta ultima e decisiva – alla storia umana.
L’Agnello dell’Apocalisse è un agnello eucaristico, sacrificato e al tempo stesso risorto che, con il suo corpo ed il suo sangue, protegge il popolo d’Israele nel cammino verso la salvezza. Gesù è contemporaneamente agnello e pastore: «l’Agnello che sta in mezzo al trono sarà il loro pastore e li guiderà alle fonti dell’acqua della vita» (7,17). I cristiani quindi, attraverso il lavacro del battesimo diventano partecipi della natura divina, agnelli nell’Agnello, figli di Dio nel Figlio di Dio perché una è la vita del Corpo Mistico, una è la vita del gregge che è la Chiesa. Ma Cristo è al tempo stesso Signore e mediatore presso il trono dell’Altissimo. E, in quanto capo, è il Pastore del gregge, colui che lo guida verso i pascoli della vita eterna.
Attraversando Lui che è la «porta delle pecore» (Gv 10,7) nel segno della porta santa, siamo specialmente chiamati in quest’anno giubilare a lasciarci condurre lì dov’è la vita vera, la vita in pienezza, nella comunione con tutti i nostri fratelli e sorelle che, perdonati ed amati da Cristo, sono «in Illo uno unum» (Papa Leone XIV).
2025
Prima Benedizione “Urbi et Orbi” del Santo Padre Leone XIV
La pace sia con tutti voi!
Fratelli e sorelle carissimi, questo è il primo saluto del Cristo Risorto, il buon pastore che ha dato la vita per il gregge di Dio. Anch’io vorrei che questo saluto di pace entrasse nel vostro cuore, raggiungesse le vostre famiglie, a tutte le persone, ovunque siano, a tutti i popoli, a tutta la terra. La pace sia con voi!
Questa è la pace del Cristo Risorto, una pace disarmata e una pace disarmante, umile e perseverante. Proviene da Dio, Dio che ci ama tutti incondizionatamente. Ancora conserviamo nei nostri orecchi quella voce debole ma sempre coraggiosa di Papa Francesco che benediva Roma!
Il Papa che benediva Roma dava la sua benedizione al mondo, al mondo intero, quella mattina del giorno di Pasqua. Consentitemi di dar seguito a quella stessa benedizione: Dio ci vuole bene, Dio vi ama tutti, e il male non prevarrà! Siamo tutti nelle mani di Dio. Pertanto, senza paura, uniti mano nella mano con Dio e tra di noi andiamo avanti. Siamo discepoli di Cristo. Cristo ci precede. Il mondo ha bisogno della sua luce. L’umanità necessita di Lui come il ponte per essere raggiunta da Dio e dal suo amore. Aiutateci anche voi, poi gli uni gli altri a costruire ponti, con il dialogo, con l’incontro, unendoci tutti per essere un solo popolo sempre in pace. Grazie a Papa Francesco!
Voglio ringraziare anche tutti i confratelli cardinali che hanno scelto me per essere Successore di Pietro e camminare insieme a voi, come Chiesa unita cercando sempre la pace, la giustizia, cercando sempre di lavorare come uomini e donne fedeli a Gesù Cristo, senza paura, per proclamare il Vangelo, per essere missionari.
Sono un figlio di Sant’Agostino, agostiniano, che ha detto: “con voi sono cristiano e per voi vescovo”. In questo senso possiamo tutti camminare insieme verso quella patria che Dio ci ha preparato.
Alla Chiesa di Roma un saluto speciale! [applausi] Dobbiamo cercare insieme come essere una Chiesa missionaria, una Chiesa che costruisce i ponti, il dialogo, sempre aperta a ricevere come questa piazza con le braccia aperte. Tutti, tutti coloro che hanno bisogno della nostra carità, la nostra presenza, il dialogo e l’amore.
Y si me permiten también, una palabra, un saludo a todos aquellos y en modo particular a mi querida diócesis de Chiclayo, en el Perú, donde un pueblo fiel ha acompañado a su obispo, ha compartido su fe y ha dado tanto, tanto para seguir siendo Iglesia fiel de Jesucristo.
E se mi permettete una parola, un saluto a tutti e in modo particolare alla mia cara diocesi di Chiclayo, in Perù, dove un popolo fedele ha accompagnato il suo vescovo, ha condiviso la sua fede e ha dato tanto, tanto per continuare ad essere Chiesa fedele di Gesù Cristo.
A tutti voi, fratelli e sorelle di Roma, di Italia, di tutto il mondo vogliamo essere una Chiesa sinodale, una Chiesa che cammina, una Chiesa che cerca sempre la pace, che cerca sempre la carità, che cerca sempre di essere vicino specialmente a coloro che soffrono.
Oggi è il giorno della Supplica alla Madonna di Pompei. Nostra Madre Maria vuole sempre camminare con noi, stare vicino, aiutarci con la sua intercessione e il suo amore.
Allora vorrei pregare insieme a voi. Preghiamo insieme per questa nuova missione, per tutta la Chiesa, per la pace nel mondo e chiediamo questa grazia speciale a Maria, nostra Madre.
Ave Maria…
2025
Benedizione delle case nel Tempo Pasquale
PROSSIME BENEDIZIONI
Martedì 13 Maggio dalle ore 17:30
- Via Vacuna – civici 4 / 4B / 5 e 35
- Via Camesena – tutti i civici
- Largo Camesena – tutti i civici
Mercoledì 14 Maggio dalle ore 17:30
- Via Olindo Malagodi – tutti i civici
- Via Tiburtina – civici 371 e 381
Giovedì 8 Maggio dalle ore 17:30
- Via Italo Carlo Falbo – tutti i civici
- Via delle Cave di Pietralata – civici 13 / 14 / 21 / 36
“Andate e portate a tutti la gioia del Signore risorto!” (dal Messale Romano)
Nel tempo pasquale 2025 riprendiamo la bella tradizione della benedizione delle case con l’acqua nuova della Pasqua.
2025
Ultimo Messaggio “Urbi et orbi” di Papa Francesco
PASQUA 2025
Piazza San Pietro
Domenica, 20 aprile 2025
Fratelli e sorelle, buona Pasqua!
Oggi nella Chiesa finalmente risuona l’alleluia, riecheggia di bocca in bocca, da cuore a cuore, e il suo canto fa piangere di gioia il popolo di Dio nel mondo intero.
Dal sepolcro vuoto di Gerusalemme giunge fino a noi l’annuncio inaudito: Gesù, il Crocifisso, «non è qui, è risorto» (Lc 24,6). Non è nella tomba, è il vivente!
L’amore ha vinto l’odio. La luce ha vinto le tenebre. La verità ha vinto la menzogna. Il perdono ha vinto la vendetta. Il male non è scomparso dalla nostra storia, rimarrà fino alla fine, ma non ha più il dominio, non ha più potere su chi accoglie la grazia di questo giorno.
Sorelle e fratelli, specialmente voi che siete nel dolore e nell’angoscia, il vostro grido silenzioso è stato ascoltato, le vostre lacrime sono state raccolte, nemmeno una è andata perduta! Nella passione e nella morte di Gesù, Dio ha preso su di sé tutto il male del mondo e con la sua infinita misericordia l’ha sconfitto: ha sradicato l’orgoglio diabolico che avvelena il cuore dell’uomo e semina ovunque violenza e corruzione. L’Agnello di Dio ha vinto! Per questo oggi esclamiamo: «Cristo, mia speranza, è risorto!» (Sequenza pasquale).
Sì, la risurrezione di Gesù è il fondamento della speranza: a partire da questo avvenimento, sperare non è più un’illusione. No. Grazie a Cristo crocifisso e risorto, la speranza non delude! Spes non confundit! (cfr Rm 5,5). E non è una speranza evasiva, ma impegnativa; non è alienante, ma responsabilizzante.
Quanti sperano in Dio pongono le loro fragili mani nella sua mano grande e forte, si lasciano rialzare e si mettono in cammino: insieme con Gesù risorto diventano pellegrini di speranza, testimoni della vittoria dell’Amore, della potenza disarmata della Vita.
Cristo è risorto! In questo annuncio è racchiuso tutto il senso della nostra esistenza, che non è fatta per la morte ma per la vita. La Pasqua è la festa della vita! Dio ci ha creati per la vita e vuole che l’umanità risorga! Ai suoi occhi ogni vita è preziosa! Quella del bambino nel grembo di sua madre, come quella dell’anziano o del malato, considerati in un numero crescente di Paesi come persone da scartare.
Quanta volontà di morte vediamo ogni giorno nei tanti conflitti che interessano diverse parti del mondo! Quanta violenza vediamo spesso anche nelle famiglie, nei confronti delle donne o dei bambini! Quanto disprezzo si nutre a volte verso i più deboli, gli emarginati, i migranti!
In questo giorno, vorrei che tornassimo a sperare e ad avere fiducia negli altri, anche in chi non ci è vicino o proviene da terre lontane con usi, modi di vivere, idee, costumi diversi da quelli a noi più familiari, poiché siamo tutti figli di Dio!
Vorrei che tornassimo a sperare che la pace è possibile! Dal Santo Sepolcro, Chiesa della Risurrezione, dove quest’anno la Pasqua è celebrata nello stesso giorno da cattolici e ortodossi, s’irradi la luce della pace su tutta la Terra Santa e sul mondo intero. Sono vicino alle sofferenze dei cristiani in Palestina e in Israele, così come a tutto il popolo israeliano e a tutto il popolo palestinese. Preoccupa il crescente clima di antisemitismo che si va diffondendo in tutto il mondo. In pari tempo, il mio pensiero va alla popolazione e in modo particolare alla comunità cristiana di Gaza, dove il terribile conflitto continua a generare morte e distruzione e a provocare una drammatica e ignobile situazione umanitaria. Faccio appello alle parti belligeranti: cessate il fuoco, si liberino gli ostaggi e si presti aiuto alla gente, che ha fame e che aspira ad un futuro di pace!
Preghiamo per le comunità cristiane in Libano e in Siria che, mentre quest’ultimo Paese sperimenta un passaggio delicato della sua storia, ambiscono alla stabilità e alla partecipazione alle sorti delle rispettive Nazioni. Esorto tutta la Chiesa ad accompagnare con l’attenzione e con la preghiera i cristiani dell’amato Medio Oriente.
Un pensiero speciale rivolgo anche al popolo dello Yemen, che sta vivendo una delle peggiori crisi umanitarie “prolungate” del mondo a causa della guerra, e invito tutti a trovare soluzioni attraverso un dialogo costruttivo.
Cristo Risorto effonda il dono pasquale della pace sulla martoriata Ucraina e incoraggi tutti gli attori coinvolti a proseguire gli sforzi volti a raggiungere una pace giusta e duratura.
In questo giorno di festa pensiamo al Caucaso Meridionale e preghiamo affinché si giunga presto alla firma e all’attuazione di un definitivo Accordo di pace tra l’Armenia e l’Azerbaigian, che conduca alla tanto desiderata riconciliazione nella Regione.
La luce della Pasqua ispiri propositi di concordia nei Balcani occidentali e sostenga gli attori politici nell’adoperarsi per evitare l’acuirsi di tensioni e crisi, come pure i partner della Regione nel respingere comportamenti pericolosi e destabilizzanti.
Cristo Risorto, nostra speranza, conceda pace e conforto alle popolazioni africane vittime di violenze e conflitti, soprattutto nella Repubblica Democratica del Congo, in Sudan e Sud Sudan, e sostenga quanti soffrono a causa delle tensioni nel Sahel, nel Corno d’Africa e nella Regione dei Grandi Laghi, come pure i cristiani che in molti luoghi non possono professare liberamente la loro fede.
Nessuna pace è possibile laddove non c’è libertà religiosa o dove non c’è libertà di pensiero e di parola e il rispetto delle opinioni altrui.
Nessuna pace è possibile senza un vero disarmo! L’esigenza che ogni popolo ha di provvedere alla propria difesa non può trasformarsi in una corsa generale al riarmo. La luce della Pasqua ci sprona ad abbattere le barriere che creano divisioni e sono gravide di conseguenze politiche ed economiche. Ci sprona a prenderci cura gli uni degli altri, ad accrescere la solidarietà reciproca, ad adoperarci per favorire lo sviluppo integrale di ogni persona umana.
In questo tempo non manchi il nostro aiuto al popolo birmano, già tormentato da anni di conflitto armato, che affronta con coraggio e pazienza le conseguenze del devastante terremoto a Sagaing, causa di morte per migliaia di persone e motivo di sofferenza per moltissimi sopravvissuti, tra cui orfani e anziani. Preghiamo per le vittime e per i loro cari e ringraziamo di cuore tutti i generosi volontari che svolgono le attività di soccorso. L’annuncio del cessate-il-fuoco da parte di vari attori nel Paese è un segno di speranza per tutto il Myanmar.
Faccio appello a tutti quanti nel mondo hanno responsabilità politiche a non cedere alla logica della paura che chiude, ma a usare le risorse a disposizione per aiutare i bisognosi, combattere la fame e favorire iniziative che promuovano lo sviluppo. Sono queste le “armi” della pace: quelle che costruiscono il futuro, invece di seminare morte!
Non venga mai meno il principio di umanità come cardine del nostro agire quotidiano. Davanti alla crudeltà di conflitti che coinvolgono civili inermi, attaccano scuole e ospedali e operatori umanitari, non possiamo permetterci di dimenticare che non vengono colpiti bersagli, ma persone con un’anima e una dignità.
E in quest’anno giubilare, la Pasqua sia anche l’occasione propizia per liberare i prigionieri di guerra e quelli politici!
Cari fratelli e sorelle,
nella Pasqua del Signore, la morte e la vita si sono affrontate in un prodigioso duello, ma il Signore ora vive per sempre (cfr Sequenza pasquale) e ci infonde la certezza che anche noi siamo chiamati a partecipare alla vita che non conosce tramonto, in cui non si udranno più fragori di armi ed echi di morte. Affidiamoci a Lui che solo può far nuove tutte le cose (cfr Ap 21,5)!
Buona Pasqua a tutti!
Copyright © Dicastero per la Comunicazione – Libreria Editrice Vaticana
© Foto Ansa
2025
Un percorso dantesco sul tema del perdono
Nel cuore dell’anno del Giubileo della Speranza, la nostra chiesa di San Romano ospita un ciclo di incontri ispirati alla Commedia dantesca, incentrati sul tema della pietà e della misericordia (in allegato la locandina con tutto il programma).
Ogni venerdì, dalle 19:15 alle 20:30, a partire dal 2 maggio, il prof. Paolo Nebbia, dantista e docente di lettere, guiderà un percorso poetico e spirituale tra le anime di Dante, con momenti di lettura, parafrasi e riflessione. Don Paolo Iacovelli, cappellano del carcere di Rebibbia e nostro collaboratore, offrirà spunti di catechesi, illuminando con la luce della fede il cammino verso il perdono. Gli incontri saranno arricchiti da interventi musicali a cura di Gianmauro Grisanti.
Un’occasione unica per meditare insieme sull’amore divino che si fa compassione, in memoria anche di Papa Francesco, che tanto ha parlato di misericordia come cuore del Vangelo.
Vi aspettiamo!
2025
Nuovo corso in preparazione al battesimo dei figli – Maggio 2025
Inizia un nuovo ciclo d’incontri in preparazione al Sacramento, specialmente per chi intende battezzare i propri figli nel periodo estivo.
Vi aspettiamo mercoledì 7, 21 e 28 maggio alle ore 19:30 davanti alla chiesa di San Romano. La durata degli incontri sarà di circa un’ora e mezza.
Per iscrivervi vi chiediamo di compilare il form online cliccando sul pulsante qui sotto.
Più informazioni nella pagina dedicata al battesimo a questo link: https://www.sanromano.org/san-romano-battesimo/
**Per concordare con il Parroco la data del battesimo vi chiediamo di passare quanto prima in segreteria parrocchiale, aperta dal lunedì al venerdì dalle 17 alle 19, o di chiedere un appuntamento chiamando negli stessi orari al numero 06 41732407.
2025
Grazie Papa Francesco!
Stamattina, Lunedì dell’Angelo, abbiamo appreso con dolore la notizia della morte dell’amato Papa Francesco. Gli siamo grati per questi fecondi 12 anni di pontificato, nei quali ha saputo testimoniare in molteplici modi l’amore grande e misericordioso di Dio. Siamo certi che il Signore lo accoglierà nelle sue braccia e gli darà la ricompensa promessa ai servi fedeli.
Come comunità di San Romano pregheremo stasera il Santo Rosario per lui alle 17:50 e offriremo per il suo riposo eterno la Santa Messa delle ore 18:30.
Per chi vorrà unirsi alla celebrazione diocesana, il Vicario Generale Mons. Baldo Reina presiederà la Santa Messa in suo suffragio alle ore 19 nella Basilica di San Giovanni in Laterano.
“Bene, servo buono e fedele, prendi parte alla gioia del tuo Signore” (Mt 25, 21).
2025
Domenica delle Palme 2025. Orario delle Sante Messe
Sabato 12 aprile
Santa Messa prefestiva ore 18:30
Domenica 13 aprile
Sante Messe festive ore 8:30 – 10:00* – 11:30 – 18:30
*con interprete LIS
→ In tutte le Sante Messe verranno benedette le palme.
→ La consegna delle palme avverrà accanto alla chiesa entrando dal cancello sotto il campanile.
2025
Aiutiamo i bambini della scuola del nostro Don Eid
“Salva ed educa un bambino” è la campagna lanciata dal nostro Don Eid per aiutare la Scuola Lycée Saint-Elie di Sidone (Libano), di cui è preside dal luglio scorso. L’istituto accoglie numerosi bambini e ragazzi sia cristiani che musulmani che con grande entusiasmo affrontano la sfida della loro educazione in un contesto di conflitti armati ed enormi difficoltà economiche.
Cliccando su questo link trovi tutte le informazioni per le donazioni: Lycee Saint-Elie It.
Aiutali anche tu!
Ps. Riportiamo di seguito le parole pronunciate da Don Eid alla fine della Messa della domenica sera:
Caro Abouna Julio, cari amici e parrocchiani di San Romano al Tiburtin0,
prima di tutto vorrei ringraziare Dio che mi ha dato questa opportunità, ancora una volta, di tornare da voi e di essere con voi in questo luogo, dove ho vissuto momenti meravigliosi della mia vita e del mio percorso a Roma.
Oggi vi parlo con il cuore appesantito. La nostra scuola in Libano, il Lysée Sant’Elie Darbessim, sta affrontando una delle sfide più difficili della sua storia. Ho iniziato il mio incarico a luglio scorso e, purtroppo, la guerra è scoppiata poco dopo il 24 settembre. Durante e dopo il conflitto, ci siamo trovati di fronte a una realtà dura: edifici danneggiati, risorse limitate e famiglie che lottano per garantire ai loro figli un’istruzione dignitosa. Ma nonostante tutto non perdiamo la speranza.
Primo, crediamo fermamente che l’educazione sia la chiave per ricostruire il nostro futuro. I nostri studenti meritano opportunità, non ostacoli. Con il vostro aiuto possiamo ripristinare le aule, fornire materiali scolastici e garantire un ambiente sicuro per l’apprendimento.
Secondo, il nostro corpo docente è la colonna portante della scuola. Gli insegnanti, con dedizione e passione, continuano a svolgere il loro lavoro, ma hanno bisogno di supporto. Investire nella loro formazione e nel loro benessere significa garantire un’istruzione di qualità per le nuove generazioni. Inoltre, la maggior parte dei nostri studenti proviene da famiglie povere e non può permettersi di pagare la retta scolastica.
Terzo, crediamo nella solidarietà. Oggi ci rivolgiamo a voi con fiducia, sapendo che insieme possiamo superare questa crisi. Ogni aiuto, grande o piccolo, fa la differenza. La nostra scuola non è solo un edificio, ma un simbolo di speranza, resilienza e futuro.
2025
“Fatti non foste a viver come tutti”. Spettacolo teatrale di beneficenza per la nostra Caritas
“Fatti non foste a viver come tutti” è il bellissimo spettacolo teatrale su Dante e la Divina Commedia che ci propone una compagnia di amici attraverso musiche, versi e riflessioni. Il ricavato andrà a finanziare l’operato della nostra Caritas di San Romano.
Non mancate! Vi aspettiamo sabato prossimo 29 marzo alle ore 16:30 nella nostra Sala Teatro Pier Giorgio Frassati.
2025
Shakespeare in pillole. Spettacolo teatrale

2025
Catechesi Quaresimali dei Sacerdoti di San Romano
“Camminando verso la Pasqua nel Giubileo della Speranza” è il titolo del ciclo di catechesi che a turno terranno i sacerdoti di San Romano, per tutta la comunità, ogni martedì sera alle 19:15 in chiesa (trasmesse anche in diretta streaming sulla nostra pagina facebook). Ci aiuteranno così ad approfondire e a vivere al meglio questo tempo di duplice grazia: la preparazione della Pasqua nel contesto dell’Anno Santo 2025.
L’ultimo appuntamento, in programma per mercoledì 9 aprile, avrà come ospite Don Luigi Maria Epicoco, il quale presiederà la Santa Messa delle 18:30 e terrà la catechesi conclusiva in preparazione al Triduo Pasquale. Da non perdere!
In allegato trovate la locandina con il programma completo degli incontri.
Buon ascolto e buona Quaresima a tutti!
2025
Messaggio del Santo Padre Francesco per la Quaresima 2025
Camminiamo insieme nella speranza
Cari fratelli e sorelle!
Con il segno penitenziale delle ceneri sul capo, iniziamo il pellegrinaggio annuale della santa Quaresima, nella fede e nella speranza. La Chiesa, madre e maestra, ci invita a preparare i nostri cuori e ad aprirci alla grazia di Dio per poter celebrare con grande gioia il trionfo pasquale di Cristo, il Signore, sul peccato e sulla morte, come esclamava San Paolo: «La morte è stata inghiottita nella vittoria. Dov’è, o morte, la tua vittoria? Dov’è, o morte, il tuo pungiglione?» (1Cor 15,54-55). Infatti Gesù Cristo, morto e risorto, è il centro della nostra fede ed è il garante della nostra speranza nella grande promessa del Padre, già realizzata in Lui, il suo Figlio amato: la vita eterna (cfr Gv 10,28; 17,3)[1].
In questa Quaresima, arricchita dalla grazia dell’Anno Giubilare, desidero offrirvi alcune riflessioni su cosa significa camminare insieme nella speranza, e scoprire gli appelli alla conversione che la misericordia di Dio rivolge a tutti noi, come persone e come comunità.
Prima di tutto, camminare. Il motto del Giubileo “Pellegrini di speranza” fa pensare al lungo viaggio del popolo d’Israele verso la terra promessa, narrato nel libro dell’Esodo: il difficile cammino dalla schiavitù alla libertà, voluto e guidato dal Signore, che ama il suo popolo e sempre gli è fedele. E non possiamo ricordare l’esodo biblico senza pensare a tanti fratelli e sorelle che oggi fuggono da situazioni di miseria e di violenza e vanno in cerca di una vita migliore per sé e i propri cari. Qui sorge un primo richiamo alla conversione, perché siamo tutti pellegrini nella vita, ma ognuno può chiedersi: come mi lascio interpellare da questa condizione? Sono veramente in cammino o piuttosto paralizzato, statico, con la paura e la mancanza di speranza, oppure adagiato nella mia zona di comodità? Cerco percorsi di liberazione dalle situazioni di peccato e di mancanza di dignità? Sarebbe un buon esercizio quaresimale confrontarsi con la realtà concreta di qualche migrante o pellegrino e lasciare che ci coinvolga, in modo da scoprire che cosa Dio ci chiede per essere viaggiatori migliori verso la casa del Padre. Questo è un buon “esame” per il viandante.
In secondo luogo, facciamo questo viaggio insieme. Camminare insieme, essere sinodali, questa è la vocazione della Chiesa[2]. I cristiani sono chiamati a fare strada insieme, mai come viaggiatori solitari. Lo Spirito Santo ci spinge ad uscire da noi stessi per andare verso Dio e verso i fratelli, e mai a chiuderci in noi stessi[3]. Camminare insieme significa essere tessitori di unità, a partire dalla comune dignità di figli di Dio (cfr Gal 3,26-28); significa procedere fianco a fianco, senza calpestare o sopraffare l’altro, senza covare invidia o ipocrisia, senza lasciare che qualcuno rimanga indietro o si senta escluso. Andiamo nella stessa direzione, verso la stessa meta, ascoltandoci gli uni gli altri con amore e pazienza.
In questa Quaresima, Dio ci chiede di verificare se nella nostra vita, nelle nostre famiglie, nei luoghi in cui lavoriamo, nelle comunità parrocchiali o religiose, siamo capaci di camminare con gli altri, di ascoltare, di vincere la tentazione di arroccarci nella nostra autoreferenzialità e di badare soltanto ai nostri bisogni. Chiediamoci davanti al Signore se siamo in grado di lavorare insieme come vescovi, presbiteri, consacrati e laici, al servizio del Regno di Dio; se abbiamo un atteggiamento di accoglienza, con gesti concreti, verso coloro che si avvicinano a noi e a quanti sono lontani; se facciamo sentire le persone parte della comunità o se le teniamo ai margini[4]. Questo è un secondo appello: la conversione alla sinodalità.
In terzo luogo, compiamo questo cammino insieme nella speranza di una promessa. La speranza che non delude (cfr Rm 5,5), messaggio centrale del Giubileo[5], sia per noi l’orizzonte del cammino quaresimale verso la vittoria pasquale. Come ci ha insegnato nell’Enciclica Spe salvi il Papa Benedetto XVI, «l’essere umano ha bisogno dell’amore incondizionato. Ha bisogno di quella certezza che gli fa dire: “Né morte né vita, né angeli né principati, né presente né avvenire, né potenze, né altezze né profondità, né alcun’altra creatura potrà mai separarci dall’amore di Dio, che è in Cristo Gesù, nostro Signore” (Rm 8,38-39)»[6]. Gesù, nostro amore e nostra speranza, è risorto[7]e vive e regna glorioso. La morte è stata trasformata in vittoria e qui sta la fede e la grande speranza dei cristiani: nella risurrezione di Cristo!
Ecco la terza chiamata alla conversione: quella della speranza, della fiducia in Dio e nella sua grande promessa, la vita eterna. Dobbiamo chiederci: ho in me la convinzione che Dio perdona i miei peccati? Oppure mi comporto come se potessi salvarmi da solo? Aspiro alla salvezza e invoco l’aiuto di Dio per accoglierla? Vivo concretamente la speranza che mi aiuta a leggere gli eventi della storia e mi spinge all’impegno per la giustizia, alla fraternità, alla cura della casa comune, facendo in modo che nessuno sia lasciato indietro?
Sorelle e fratelli, grazie all’amore di Dio in Gesù Cristo, siamo custoditi nella speranza che non delude (cfrRm5,5). La speranza è “l’ancora dell’anima”, sicura e salda[8]. In essa la Chiesa prega affinché «tutti gli uomini siano salvati» (1Tm2,4) e attende di essere nella gloria del cielo unita a Cristo, suo sposo. Così si esprimeva Santa Teresa di Gesù: «Spera, anima mia, spera. Tu non conosci il giorno né l’ora. Veglia premurosamente, tutto passa in un soffio, sebbene la tua impazienza possa rendere incerto ciò che è certo, e lungo un tempo molto breve» (Esclamazioni dell’anima a Dio, 15, 3)[9].
La Vergine Maria, Madre della Speranza, interceda per noi e ci accompagni nel cammino quaresimale.
Roma, San Giovanni in Laterano, 6 febbraio 2025, memoria dei Santi Paolo Miki e compagni, martiri.
FRANCESCO
_____________________
[1] Cfr Lett. enc. Dilexit nos (24 ottobre 2024), 220.
[2] Cfr Omelia nella Messa per la canonizzazione dei Beati Giovanni Battista Scalabrini e Artemide Zatti, 9 ottobre 2022.
[3] Cfr ibid.
[4] Cfr ibid.
[5] Cfr Bolla Spes non confundit, 1.
[6] Lett. enc. Spe salvi (30 novembre 2007), 26.
[7] Cfr Sequenza della Domenica di Pasqua.
[8] Cfr Catechismo della Chiesa Cattolica, 1820.
[9] Ivi, 1821.
Copyright © Dicastero per la Comunicazione – Libreria Editrice Vaticana
2025
S. Messa e Adorazione per il Santo Padre Francesco
Accogliendo l’invito dei vescovi italiani vogliamo unirci in preghiera per il nostro Papa Francesco, affinché possa riprendere presto la sua salute e continuare la missione che il Signore gli ha affidato, in particolare in questo anno giubilare. Offriremo per lui la Santa Messa delle ore 18:30 e a seguire terremo un momento di adorazione comunitaria con delle meditazioni scelte appositamente per l’occasione.
Tutta la comunità è invitata!
2025
Servizio Civile remunerato con l’ARVAD
IL SERVIZIO CIVILE è una grande occasione per i giovani dai 18 ai 28 anni. Vieni a prestare servizio per un anno nell’ARVAD (Associazione Romana Volontari Assistenza Diversabili) per 25 ore settimanali. Avrai come vantaggi:
1) un compenso mensile di 507,30 euro;
2) un attestato valido per il curriculum;
3) una riserva del 15% dei posti nei concorsi pubblici;
4) crediti per il tuo corso di laurea e soprattutto…
5) una grande esperienza sociale con compagni “diversi” ma speciali.
VIENI NELL’ASSOCIAZIONE ARVAD! Sarai accolto con vera gratitudine ed imparerai a volare con noi. Ti aspettiamo!
Leggi la locandina, vai su “domandaonline.serviziocivile.it” e fai la richiesta. Oppure contattaci al 335 5783788 (Zelia).